Le donne e Humanitas per guardare oltre
ANNARITA SICA Pubblicista
Da diversi anni “Sorrisi in Rosa” colora non solo i corridoi di Humanitas, attraverso i sorrisi di tante donne testimonial della lotta al tumore della mammella, ma è oramai occasione consolidata per fare rete su prevenzione, ricerca, traguardi raggiunti in tema di oncologia senologica.
Sorrisi in Rosa, un progetto consolidato
Da diversi anni “Sorrisi in Rosa” colora non solo i corridoi di Humanitas, attraverso i sorrisi di tante donne testimonial della lotta al tumore della mammella, ma è oramai occasione consolidata per fare rete su prevenzione, ricerca, traguardi raggiunti in tema di oncologia senologica.
“Sorrisi in Rosa” nasce dall’idea di due donne, la fotografa Luisa Morniroli e la scrittrice Cristina Barberis Negra, di trasformare il dolore della diagnosi e il percorso di cura in un’occasione di racconto, condivisione e speranza da trasmettere, attraverso il volto e le storie delle protagoniste, alle altre donne.
Storie di forza, di resilienza, di coraggio ma soprattutto storie di donne e di vittoria, a testimonianza che di tumore al seno si guarisce e che una diagnosi tempestiva e una prevenzione efficace sono gli strumenti più importanti di cui disporre e su cui investire.
Una nuova collaborazione
Quest’anno “Sorrisi in Rosa” si è arricchito di una nuova sinergia, promossa con l’Università del Sacro Cuore di Milano, interessata, attraverso lo studio promosso dal CREMIT – Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Innovazione e alla Tecnologia – a indagare l’effetto che “Sorrisi in Rosa” produce sulle donne, malate e non, con o senza un trascorso di diagnosi oncologica, e sulla percezione di sé e verso l’altro. I risultati dell’indagine condotta attraverso sondaggi anonimi sarà presentata a marzo del prossimo anno.
Ma “Sorrisi in Rosa” è anche e soprattutto informazione, momento di sinergia tra addetti ai lavori e pazienti, tra medicina e speranza di cura, tra consapevolezze e nuove prospettive.
Se è vero che i circa 60 mila casi all’anno diagnosticati candidano il tumore della mammella a diventare in pochi anni la neoplasia più diffusa è altrettanto vero che oggi, una diagnosi precoce, garantisce un tasso di sopravvivenza che supera il 90%.
Ed è da questa speranza che è anche certezza che occorre partire e su cui occorre investire. Ne sono certi i medici dell’equipe di oncologia senologica di Humanitas.
La ricerca condotta presso Humanitas
La Breast Unit è formata da eccellenze della medicina, medici che sono diventati negli anni punti di riferimento per le pazienti in cura presso Humanitas ma anche da personale infermieristico altamente specializzato e umanamente stupefacente. Qui si scommette sul futuro e si guarda avanti, alla ricerca, alla sinergia e alla multidisciplinarietà da cui scaturiscono soluzioni di cura innovative.
La ricerca in Humanitas è il motore propulsivo. La ricerca in Humanitas si tinge spesso di rosa e investe su progetti specifici coronati spesso da eccellenti risultati che vanno immediatamente a impattare sulla realtà e sulla vita concreta dei malati oncologici.
Un importante studio condotto in Humanitas ha dimostrato, per esempio, che nel campo della chirurgia conservativa della mammella, la rimozione di tutti i linfonodi ascellari, in pazienti con linfonodi sentinella intaccati dalla malattia non è scelta obbligata per garantire la salute della paziente. Un approccio chirurgico più conservativo quindi può essere la strada da intraprendere, garantendo gli stessi esiti per la paziente e, contemporaneamente, permettendo un approccio meno traumatico e impattante sia sul corpo che sulla psiche della donna.
Un nuovo progetto per la ricerca
Sempre durante le giornate di “Sorrisi in Rosa” è stato presentato il nuovo progetto, che vede Humanitas soggetto capofila, attraverso il quale alla mammografia standard sarà affiancata la mammografia con contrasto, capace di una maggiore puntualità e precisione di diagnosi. Saranno arruolate donne in fase di follow up oncologico al fine di riscontare questa ipotesi, che potrebbe portare a prediligere questa nuova metodologia di indagine.
Così come le innovazioni della tecnologia stanno rendendo sempre più concreta la possibilità di abbinare chemioterapia e immunoterapia in una simbiosi che sfrutta i punti di forza di questi due essenziali strumenti di cura: la forza distruttiva dei chemioterapici imprigionata nella precisione degli anticorpi monoclonali. Da questo assemblaggio nascono farmaci capaci di colpire in modo mirato le cellule tumorali, con la forza della chemioterapia ma senza intaccare le cellule sane. Tutto questo è una parte piccola ma non marginale del mondo Humanitas, di cui “Sorrisi in Rosa” non è semplicemente una vetrina ma un motore propulsore, di idee, stimoli, voglia di vivere e di testimoniare che il percorso per annientare il tumore al seno è certamente lungo, difficile, complicato ma che la strada intrapresa è quella giusta.