Mamme detenute e figli minori
CITTÀ E CITTADINI LEGALITÀ

Mamme detenute e figli minori a Milano

ALESSANDRO GIUNGI

A Milano sono presenti due importanti realtà relative alla condizione delle mamme detenute e dei loro figli minori. Mi riferisco alla presenza dell’Istituto Custodia Attenuata Madri detenute (ICAM) nato da un’idea dell’ex direttore della Casa Circondariale di San Vittore, Luigi Pagano. Nel 2006 volle spostare la sezione nido di San Vittore in uno spazio esterno al carcere. Con il contributo della Provincia e del Comune di Milano trovano un immobile davanti alla Clinica Macedonio Melloni. In passato era stato un brefotrofio.

La legge n. 62 del 2011 ha “istituzionalizzato” la figura degli ICAM, prevedendo anche finanziamenti per la realizzazione di nuovi. Nell’ICAM milanese vi è spazio per un massimo di 7 mamme con i rispettivi figli. Hanno un’età che va da pochi giorni di vita a 6 anni. Tutti i bambini frequentano l’asilo e la scuola materna e sono sostenuti nel loro percorso da educatori comunali e psicologi. Le mamme frequentano corsi di alfabetizzazione e di preparazione agli esami di terza media, oltre a corsi di formazione professionale. Gli agenti della Polizia Penitenziaria all’interno dell’ICAM non indossano la divisa. Sono selezionati per avere il miglior rapporto possibile con i bambini e le mamme detenute.  

Oltre l’ICAM la casa famiglia protetta

L’altra realtà è quella rappresentata dall’Associazione CIAO, la prima casa famiglia protetta per madri detenute. La già citata legge n. 62 del 2011, infatti, ha anche previsto che le donne condannate a pene detentive, incinte o con uno o più figli minori di 6 anni non devono più essere detenute in carcere o in ICAM, fino a quando il figlio non avrà compiuto 6 anni di età, se non nelle ipotesi in cui vi siano “esigenze cautelari di eccezionale rilevanza”.

In tal caso, questa legge prevede che, in caso di impossibilità a espiare la pena nella propria abitazione, la stessa possa essere espiata in apposite case famiglia protette. Sono individuate dal Ministro della Giustizia stipulando apposite convenzioni con gli Enti Locali, senza oneri economici per la finanza pubblica. Tale mancata assunzione di tutta – o almeno una parte – degli oneri economici, ha reso molto complicato il percorso di individuazione delle case famiglia protette, tanto che, a oggi, in Italia ne sono nate solo 2, una a Milano e l’altra a Roma.

Quella milanese è stata la prima a essere formalmente riconosciuta con una Convenzione nel 2017 tra il Comune di Milano e l’Associazione CIAO. Già dal 1995 aveva cominciato a dare aiuto e assistenza alle mamme in differimento pena o con una condanna da scontare agli arresti domiciliari, prive di una abitazione dove poter vivere con i propri figli minori.

Una rete di sostegno per le madri e i loro figli

Oggi l’Associazione Ciao garantisce un appartamento a 7 mamme con i loro bambini/e fino a 10 anni di età. È importante sottolineare come la casa famiglia protetta sia sostenuta da volontari, educatori, psicologi, avvocati, impegnati ad aiutare mamme e figli/e in un percorso di serenità e normalità indispensabile per garantire una crescita serena ai minori e per avviare le madri verso un lavoro e una propria indipendenza economica e abitativa.

Al 31 gennaio 2023 negli ICAM e nelle sezioni nido interne alle carceri erano presenti 17 bambini e 15 mamme. Riconosco il grande sforzo di accompagnamento alla crescita personale e genitoriale che viene svolto dall’ICAM di Milano. Ritengo anche che nessun bambino dovrebbe essere tenuto in uno spazio detentivo, seppur attenuato come quello rappresentato dagli ICAM. Tantomeno dovrebbero esistere le sezioni nido all’interno delle Case di Reclusione. Davvero mettono il minore in una condizione di assoluta contiguità con il mondo carcerario. La soluzione deve allora essere quella di destinare fondi e risorse, da parte del Ministero di Giustizia, alle case famiglie protette per madri detenute, favorendone l’apertura e lo sviluppo. 


ALESSANDRO GIUNGI
Consigliere Comunale • Gruppo Consiliare Partito Democratico Beppe Sala Sindaco
Presidente Commissione Olimpiadi e Paralimpiadi Milano Cortina 2026
Vicepresidente Commissione Educazione e Food Policy
Vicepresidente Sottocommissione Carceri