CRISTALLI POPOLARI
In occasione della presentazione del volume stampato gli autori del progetto hanno raccontato com’è nata l’idea e come è stata sviluppata dal gruppo. Nel corso della serata dal pubblico in sala sono emerse domande e curiosità che sono state approfondite ampliando la discussione fra i presenti.
EDUARDO BARBERA
Il fatto che in Italia la gestione dell’edilizia pubblica sia inefficiente, per non dire nefasta, è ormai opinione comune. Ne è testimone il fatto che di case popolari non se ne costruiscono più, che le casse delle aziende regionali competenti piangono. Gli alloggi pubblici in tutta Italia versano in condizioni spesso pietose. Le ragioni sono da ricercare in un avvicendarsi di scelte politiche, a partire dall’abolizione dell’equo canone. Queste hanno spianato la strada al libero e feroce mercato. Hanno ridotto di fatto all’osso l’intervento dello Stato nell’ambito delle politiche abitative e del diritto all’abitare.
Nella foto il complesso di case popolari di Hundertwasserhaus a Vienna.
È un progetto fotografico indipendente, ideato e promosso da studenti del Politecnico, dell’Università Statale e dello IED di Milano che vuole raccontare questa città in modo diverso da quello che siamo abituati a sentire.
È la narrazione di una metropoli che cresce, forse troppo, dimenticandosi talvolta della sua gente. Tutti gli scatti ritraggono complessi di edilizia popolare o abitati in maniera non convenzionale e vogliono raffigurarne l’architettura, le condizioni, le atmosfere per coglierne l’essenza e individuarne le potenzialità. Con molto orgoglio la nostra associazione Neapolis ha sostenuto l’impegno di questi giovani studiosi.
PREFAZIONE DI NANDO DALLA CHIESA
LEGGIADELCHI GALBIATI
Che cosa scatena una rivoluzione? Tanti sono i fattori, ma più di tutti conta il malessere sociale. Che cosa scatena una guerra? Di nuovo tanti sono i motivi, ma il più delle volte incidono i capricci della classe dirigente. Da un lato, la voglia di rinascita, di cambiamento, dall’altro quella di mantenere lo status quo, di conservare le tradizioni, il desiderio di avere più spazio, invadendo quello altrui.
Il primo vero corrispondente di guerra nella storia del giornalismo è stato William H. Russel, giornalista del Times di Londra. Russel, mentre seguiva l’esercito britannico durante la Guerra di Crimea nel 1854, rivelò per la prima volta all’opinione pubblica che: “la guerra non è che sangue, sudore e merda”.
LEGGI