CASA CITTÀ E CITTADINI GIOVANI

CRISTALLI POPOLARI e il diritto all’abitare

EDUARDO BARBERA Studente presso la facoltà di Urbanistica: città ambiente paesaggio del Politecnico di Milano 

Il fatto che in Italia la gestione dell’edilizia pubblica sia inefficiente, per non dire nefasta, è ormai opinione comune. Ne è testimone il fatto che di case popolari non se ne costruiscono più, che le casse delle aziende regionali competenti piangono. Gli alloggi pubblici in tutta Italia versano in condizioni spesso pietose. Le ragioni sono da ricercare in un avvicendarsi di scelte politiche, a partire dall’abolizione dell’equo canone. Queste hanno spianato la strada al libero e feroce mercato. Hanno ridotto di fatto all’osso l’intervento dello Stato nell’ambito delle politiche abitative e del diritto all’abitare.

Cosa succede in Europa

Oggi come oggi in Italia le case popolari rappresentano il 3,8% del totale delle abitazioni. Basta dare un’occhiata poco fuori dai nostri confini per rendersi conto che la strada percorsa nel nostro Paese non era l’unica possibile. Nei Paesi Bassi sono il 37%, in Danimarca il 21%, nel Regno Unito il 17,6% e in Francia il 16,8%. Non parliamo dei nostri virtuosissimi vicini austriaci. Fatta questa doverosa e mai esaustiva premessa sullo stato dell’edilizia popolare italiana mi piacerebbe restringere il campo e concentrare l’attenzione su Milano.

Milano e i suoi obiettivi

Si lavora, si produce e si guadagna, si fa moda, design, arte e architettura. A Milano si trovano cibo e capitali da tutto il mondo. La direzione presa dalla città è ormai chiara da anni e non sembra cambiare nonostante il susseguirsi delle diverse amministrazioni. Milano ha deciso di sgomitare per guadagnarsi un posticino nell’olimpo delle città scintillanti e questo obiettivo ai più potrebbe anche risultare doveroso, date le potenzialità, o quanto meno legittimo. 

Dov’è allora il problema? 

In questa frenetica corsa all’oro la città si è spaccata e ha iniziato a lasciare indietro la sua gente, nelle grandi città è normale. Le differenze sociali ed economiche sono sempre esistite, a Milano però si è deciso di far finta di niente, di lasciare andare la zavorra per evitare di rallentare la fuga. Altre città d’Italia, probabilmente meno performanti di Milano, sono costrette a fare i conti con le proprie fragilità, a provare a curarle, o almeno a guardarle negli occhi.

Cosa succede nel dibattito sulla casa in Italia

Le Vele di Scampia, il Corviale a Roma, il CEP di Palermo, per citare alcuni tra i casi i più controversi e dibattuti sono quartieri che si comportano da megafoni. Con tutte le loro criticità irrisolte riescono nell’arduo compito di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica. Sono la vera benzina per il processo di formazione delle politiche pubbliche. Queste dinamiche non sono certo garanzia di risoluzione dei problemi, ma almeno obbligano, anche solo per un momento, a ricordarsi di chi è rimasto indietro.

La situazione abitativa a Milano

A Milano questo non succede. Si dibatte di EXPO, di olimpiadi, di stadio, addirittura di agenzie del farmaco. Quasi mai si parla di povertà, di cortili, di palazzi fatiscenti. Nelle poche occasioni in cui si parla di periferie e case popolari non lo si fa mai dedicandogli un ruolo centrale. Si tratta sempre di situazioni collaterali, problematiche da gestire o criticità da nascondere. Eppure sarebbero molte le questioni aperte che meriterebbero di essere trattate a partire dai 12.000 alloggi pubblici sfitti. Se tutto quello raccontato finora risponde al vero il punto di partenza migliore per svegliare dal torpore amministrazione, media e opinione pubblica è far emergere il problema. È necessario aprire il dibattito e raccontare delle storie. 

Da questi presupposti nasce il progetto fotografico CRISTALLI POPOLARI.


Prefazione _ Nando Dalla Chiesa, Professore di Sociologia della criminalità organizzata presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università di Milano
Testi _ Alberto Bortolotti, Urbanista esperto nel campo delle politiche urbane e abitative, Vicepresidente dell‘Ordine degli architetti di Milano
_ Laura Coniglio _ Adelchi Galbiati, Facoltà di Filosofia dell’Università Statale di Milano
Direzione creativa _ Eduardo Barbera, Facoltà di Urbanistica del Politecnico di Milano
Fotografie _ Ettore Spongano  
Graphic design _ Linda Menegoz, IED di Milano
Supporto e collaborazione _Grazia Casagrande, Comitato Calvairate  _Giorgio Sarto _Mutuo soccorso Milano