Curve Antimafia 2000
DAVID GENTILI • COMPONENTE COMITATO ANTIMAFIA DEL COMUNE DI MILANO
Andrea Beretta avrebbe spiegato agli inquirenti che i contrasti con Antonio Bellocco, da lui ucciso a coltellate in auto, erano nati sulla spartizione della «torta» degli introiti della curva nerazzurra. La vittima, pregiudicato per mafia, appartenente a una potente famiglia di ’ndrangheta di Rosarno, sarebbe stato portato nel direttivo della Nord, dopo l’uccisione, ancora senza un colpevole, di Vittorio Boiocchi nel novembre del 2022.
Secondo l’Ansa, Beretta avrebbe raccontato agli inquirenti che il suo compito era quello di occuparsi del merchandising e della gestione dei biglietti per le partite dell’Inter. Non di droga. E che Bellocco si sarebbe lamentato perché aveva ottenuto solo le “briciole” degli incassi. Da qui sarebbero nati i contrasti.
A dividersi i profitti, oltre ai due, ci sarebbe stato anche Marco Ferdico, ex portavoce della Curva Nord. Quello che in un’intervista al Corriere della Sera descrive le sue entrate dalle attività legate alla curva “un rimborso per le spese da lui sostenute”.
Lo stesso Ferdico, sempre sul Corriere, aveva assicurato che Bellocco e la sua famiglia non c’entravano nulla con la curva. Solo un amico. Come i Manno. Uniti ai Maiolo nel clan di ‘ndrangheta di Pioltello.
Il movente è la legittima difesa
La strategia di Beretta è chiara: rendere il più plausibile possibile il suo movente, la legittima difesa. Nel farlo collabora, a quanto pare, con i magistrati. Un segnale importante che dà la speranza che qualcosa possa cambiare.
Che i Bellocco volessero ucciderlo per un terzo del rimborso spese generato dal negozietto, Milano siamo noi, di via Mantegna a Pioltello e dai biglietti, non è molto credibile.
La torta pare essere molto più grande. Probabilmente droga, estorsioni, scommesse.
I biglietti però meritano un discorso a parte. Ne aveva parlato anche Ferdico nella sua intervista: «Li acquistiamo come tutti, direttamente nelle agenzie di vendita. Ovviamente poi per chi compra un biglietto attraverso di noi, chiediamo un piccolo contributo, magari 10 euro, per finanziare la coreografia e il materiale. Sapete quanto costano due charter per Madrid?»
Diciamo che quella dei biglietti è una vicenda tutta da scoprire nella sua dinamica ed è quella che più può mettere in imbarazzo la società.
Affari sui biglietti e persone coinvolte, legate alle società
Non è possibile fare affari sui biglietti senza coinvolgere persone che sono collegate contrattualmente con la società. Che siano anche rivendite o steward. Il titolo di accesso è nominativo. Si può cambiare nome del titolare 48 ore prima solo sul sito ufficiale dell’Inter ed è possibile cedere la singola partita dell’abbonamento esclusivamente a favore di altri titolari di tessera Siamo Noi sempre online sulla pagina dell’Inter.
L’ammissione di Beretta apre una voragine. Già in parte esplorata in una vecchia inchiesta archiviata. Siamo nel 2019, pubblico Ministero Leonardo Lesti, GIP Guido Salvini. Nelle pagine viene citato un “sistema” che prevede l’acquisto di centinaia di abbonamenti che non venivano poi utilizzati dai legittimi proprietari. Gli utilizzatori finali li compravano per la singola partita, per poi restituirli. Il problema che complicava il tutto era far entrare allo stadio chi aveva dato il proprio nominativo per l’acquisto e alla squadra ci teneva. Quindi decine di persone vengono lasciate entrare senza abbonamento prima della partite, per preparare le coreografie. Così viene scritto.
E poi le decine di biglietti per le partite di Champions, acquistati in blocco, per i quali verrà fatto il cambio nome.
Se le società svolgono o meno un ruolo
In questi casi la società può decidere di svolgere o meno un ruolo. Il ruolo di controllore intransigente della filiera della vendita dei biglietti e degli abbonamenti. Il ruolo di controllore intransigente della regolarità delle entrate allo stadio. Immagino a forme che permettano alle persone di segnalare anomalie rimanendo in anonimato. Il Whistleblowing è obbligatorio per le società che posseggono un organismo di vigilanza 231/2001 come l’Inter. Bisogna verificare se lo strumento funziona o è solo sulla carta. Penso anche a degli indicatori che muovono sospetti e devono generare verifiche sulla vendita dei biglietti massivi. Com’è possibile evitare di vendere decine e decine di abbonamenti e farsi pagare da un’unica persona? Magari in contanti? Con il rischio che li rivenda ogni settimana?
Bisogna purtroppo annotare che il nuovo leader della Nord, insediatosi al termine della riunione della curva del 12 settembre scorso, viene descritto dalla Digos nell’indagine archiviata del 2019 come “L’ideatore di tutto il sistema di ingressi illeciti allo stadio che ha assicurato ingenti profitti alle casse della Curva Nord”. Forse oggi, come o più di allora, bisogna correre ai ripari.