Digitalizzazione e chatbox della PA
LAVORO

Digitalizzazione e chatbox della PA

MARCO LEONARDI • ANDREA BOSCARO

Le due leve del PNRR per aumentare la produttività della PA sono l’assunzione di nuovo personale e la digitalizzazione delle procedure e degli archivi. Quest’anno il PNRR ha permesso un aumento del 1.5% del pubblico impiego. Dal 2010 a oggi l’aumento degli stipendi è stato però della metà di quello del settore privato. Le amministrazioni locali e centrali hanno perso il 30% del personale. Altri paesi hanno già fatto notevoli passi avanti. Nella PA inglese i funzionari sono dotati di RedBox. È un’interfaccia, la “chatbot”, che permette di interagire con gli archivi digitalizzati per consultare e rielaborare i documenti digitali. Ovviamente tutto questo richiede una formazione ad hoc. Il rischio è di avere le nuove tecnologie e nessuno che le sa usare.

Come è noto il problema principale dell’Italia è la bassa produttività. Non altrettanto noto è che la produttività del sistema paese dipende dalla produttività della sua pubblica amministrazione. Anche questo è tradizionalmente un punto debole del sistema Italia. Per quanto riguarda la produttività della pubblica amministrazione due sono state sostanzialmente le leve PNRR di questi ultimi anni. Una è l’assunzione di nuovo personale l’altra è la digitalizzazione delle procedure e degli archivi.

La digitalizzazione incide sulla produttività della PA

Le nuove assunzioni seguono un decennio di blocco del turnover e di blocco del rinnovo dei contratti collettivi. Adesso i 3 milioni e 300 mila dipendenti pubblici (1,3 nella PA, altrettanti nell’istruzione e 680mila nella sanità) sono molto meno dei nostri paesi vicini se rapportati al numero di abitanti. Sono 20 per 1000 abitanti in Italia, 28 in Spagna, 38 in Francia e Germania. Gli insegnanti sono aumentati del 15% dal 2010 a oggi. Medici e infermieri sono in numero pari. Le amministrazioni locali e centrali hanno perso il 30% dei dipendenti. 

I nostri dipendenti pubblici sono più anziani, meno istruiti e più concentrati nelle materie giuridiche rispetto a Francia Germania e Spagna. Ricordiamo infine che il pubblico impiego ha avuto aumenti contrattuali dal 2010 al 2023 dell’ordine della metà del settore privato. Benvenuto è quindi il PNRR che – nonostante tutte le difficoltà dei nuovi concorsi- ha perlomeno permesso un aumento del 1.5% nel numero dei dipendenti pubblici nell’ultimo anno. Gli aumenti degli stipendi dei pubblici dipendenti lasciano ancora molto a desiderare. Dopo tre anni di ritardo nel rinnovo del contratto l’incremento è meno del 6%. 

La seconda leva è la digitalizzazione della PA, che pervade tutto il PNRR. I progetti riguardano la digitalizzazione delle procedure di appalto e dei tribunali come degli archivi degli enti locali e dei ministeri. I risultati del PNRR sono luci e ombre, per quanto se ne sa. La digitalizzazione delle procedure di appalto e degli atti dei tribunali sono buon punto, nei comuni molto meno.

L’indagine della Banca d’Italia sulla digitalizzazione

Meno male che ci viene in soccorso una recente indagine della Banca d’Italia sulla digitalizzazione dei servizi demografici, sociali e scolastici, lo sportello delle attività produttive e quello dell’edilizia. E su quanto ognuno di essi è fornito in maniera digitale. Quasi la totalità dei comuni ha partecipato a un bando PNRR su digitalizzazione. Il 60% ha adottato il sistema di pagamenti digitali di pagoPA. 

La digitalizzazione dei documenti è la condizione necessaria affinché sia possibile utilizzare le nuove tecnologie. Altri paesi hanno già fatto notevoli passi avanti. Nella PA inglese i funzionari sono dotati di RedBox. È un’interfaccia, la “chatbot” che permette di interagire con gli archivi digitalizzati per cui si possono consultare, riassumere e rielaborare rapidamente i documenti digitali. 

L’INPS, un esempio virtuoso di machine learning

In Italia abbiamo l’esempio dell’INPS che utilizza il machine learning per smistare i messaggi ricevuti dai cittadini ai vari dipartimenti. L’INPS è un esempio di successo anche per la trasparenza con cui ha comunicato le modalità di adozione di questa tecnologia. Ma in generale siamo un passo indietro rispetto agli altri paesi. Nella sua Strategia per l’Intelligenza Artificiale, AgID ha messo in guardia soprattutto gli attori della PA in merito al rischio del “non fare”.

La digitalizzazione dei documenti è il primo passo da affrontare. Un tempo il funzionario interrogato su una pratica andava in un archivio fisico o consultava la singola pratica archiviata nel server della sua amministrazione. Oggi attraverso i chatbot il funzionario non solo può consultare i documenti, ma può anche fare delle richieste specifiche. Le risposte saranno tanto più di qualità quanto più efficace sarà stato il lavoro di preparazione. Tale attività coniuga l’utilizzo della AI Generativa per facilitare la formulazione, in linguaggio umano, delle richieste con un attento lavoro di scelta e predisposizione dei documenti da processare. RAG “Retrieval-Augmented Generation” è la tecnologia che presiede ai chatbot sia che essi siano strumenti pensati per i funzionari che per i cittadini.

L’AI e il suo uso da parte dei cittadini

Altrettanto promettente è infatti l’uso della AI da parte dei cittadini. Come nel caso dei bandi sperimentali rivolti alle imprese che intendono affrontare i mercati internazionali, anche i cittadini possono conversare con i documenti e i servizi forniti per avere informazioni e chiarimenti.

Ovviamente tutto questo richiede una formazione ad hoc che sarà una grande sfida nei prossimi anni. Il rischio è di avere le tecnologie a disposizione ma nessuno che sa veramente usarle.


Pubblicato su Il Foglio il 28.09.24