Hockey su pista a Lodi
GIOVANI INTORNO A NOI

Hockey su pista a Lodi: un connubio indissolubile

CARMINE e ROMEO GARGIULO

Anche se ciò che stiamo per fare non corrisponde ai canoni stilistici di un articolo, che sia stampato o pubblicato su internet, lo facciamo lo stesso. Iniziamo con una domanda: quante città in Italia, in Europa e, forse, nel mondo conoscete che hanno una statua dedicata a uno sport all’ingresso della stazione ferroviaria? Poche, pochissime, forse nessuna. Una sicuramente c’è: Lodi!

Il 26 marzo 2011 a Lodi, alla presenza di tutte le autorità religiose, militari e civili ci fu l’inaugurazione dell’opera dedicata all’attività sportiva dell’hockey su pista. “Il monumento realizzato da Hervè Barbieri, intende celebrare il forte legame di tutta la nostra città con questo sport e ricordare tutte le società sportive e le persone che hanno contribuito alla nascita e allo sviluppo di questa disciplina”. Così recitava il post pubblicato sul sito della Città di Lodi qualche giorno prima dell’inaugurazione della statua.

Di che tipo di sport si tratta?

Al primo approccio con questo sport si ha subito la sensazione che l’hockey su pista non sia facilissimo da praticare. Al di là dell’attrezzatura, di cui parleremo dopo, i requisiti richiesti per praticarlo non sono comuni a chiunque voglia praticare una disciplina sportiva. 
Lo conferma un volantino pubblicitario: “L’hockey su pista è uno sport basato sull’equilibrio, coordinazione, velocità e resistenza. Facendo parte di una squadra impari a lavorare in un gruppo, quindi a fidarti dei compagni e viceversa”. A questi requisiti bisogna aggiungere la visione di gioco, i riflessi pronti e la fondamentale conoscenza delle regole del gioco.
A voler essere pignoli si tratta di imparare due sport: il pattinaggio e l’hockey. Come è facile comprendere, chi non sa pattinare non può giocare a hockey. Chi sa pattinare benissimo può giocarci ma deve essere in grado di usare la stecca e deve saper gestire la palla.
Si gioca in cinque, come nella pallacanestro e con cambi illimitati.

Come è organizzato l’apprendimento e il gioco

La squadra di hockey su pista cittadina si chiama Amatori Wasken Lodi e milita nel campionato nazionale di serie A1. Insieme ad altre 13 squadre si contende lo scudetto di questo sport oltre, ovviamente alla Coppa Italia e alle varie competizioni internazionali con squadre di altre stati europei.
Le regole della Federazione Sportiva di settore (FISR Federazione Italiana Sport Rotellistici) impone alle squadre di serie A1 di avere una rappresentanza per ogni categoria, partendo dai ragazzini di età inferiore agli 11 anni, fino ai 19 anni. In tutto si tratta di almeno 5 squadre di circa 10 componenti.   

Lodi e l’hockey su pista

Dicevamo della statua dinanzi alla stazione cittadina ma la passione della città per questo sport non si manifesta solo in questo modo. C’è anche una dedizione e un sostegno alla squadra che non è facilmente immaginabile in un contesto, come quello di Lodi, che conta all’incirca 45.000 abitanti. È bene precisarlo inoltre che non stiamo parlando di professionisti dedicati totalmente allo sport ma di un ambito dilettantistico.
Il palazzetto in cui si gioca, il “Palacastellotti” di via Giuseppe Piermarini 1, è una struttura comunale che conta all’incirca 2500 posti. È il 5,6% della popolazione ed è inserito in un contesto sportivo pensato circa 40 anni fa dall’amministrazione comunale lodigiana. Un unico polo in cui sono presenti più strutture sportive. Ci sono la piscina e la palestra, non mancano i campi di calcio, di atletica leggera, di tennis e di baseball per far fronte alle diverse esigenze della popolazione. 

I numeri intorno all’hockey

La partita di campionato si gioca, normalmente, il sabato alle 20.45. L’orario e, soprattutto, il giorno non sono un problema per la popolazione lodigiana, che si reca al palazzetto alla spicciolata ma comunque in numero considerevole. In media all’incirca ci sono 800 spettatori nella stagione regolare, molti di più se la squadra si qualifica ai playoff. 
Si raggiunge lo stadio mezz’ora prima dell’inizio della partita, di solito, ma possono bastare anche dieci minuti. Andare con troppo anticipo non è necessario, si mostra il proprio abbonamento o biglietto che si può comprare anche sul posto al momento e si entra. Nessuna fila, nessuna tessera del tifoso, nessun controllo particolare all’ingresso. Il costo varia dai 10 ai 15 euro a seconda dell’importanza della partita. Per i bambini fino a 11 anni è previsto l’ingresso gratuito!
Il contesto è particolarmente rilassante, prima che inizi la partita. Più o meno è come una passeggiata in una piccola piazza, tutti conoscono tutti, si scambiano due chiacchiere con questo e con quello, ci si accomoda al proprio posto. 
Un aspetto molto particolare è che non esiste il posto assegnato, né la scelta del posto al palazzetto. Però il frequentatore abituale sa già che il suo posto non è occupato, aspetta solo lui. Questo accade davvero, provare per credere, come si diceva nella pubblicità di mobili negli anni ’80.

Caratteristiche del tifoso di hockey

Il tifoso di hockey non è corrispondente al canone del tifoso comune, quello del calcio.
È di età piuttosto avanzata, ci sono pochissimi teenager e ventenni, purtroppo ma è molto caloroso. Al palazzetto ci va con moglie e figli ed è vestito di giallo e rosso come la squadra o di nero, il colore della tifoseria. Tutti, nessuno escluso, vestono almeno un indumento di questi colori o in alternativa, hanno la sciarpa dell’Amatori.
Il tifo è assordante anche perché il palazzetto è al coperto ed è molto competente. La memoria dei tifosi, soprattutto per gli episodi negativi, è prodigiosa. La maestria non è soltanto quella di rivolgersi al giocatore o all’arbitro che nei mesi, anni, campionati passati si sia macchiato di chissà quale nefandezza, ma di farlo nella lingua o nel dialetto proprio dell’interessato. Memorabile e irripetibile l’insulto in barese dei tifosi lodigiani all’arbitro di Barletta “che ci ha fatto perdere lo scudetto tre anni fa”.

Uno sport fuori dai soliti schemi

Insomma, è un’esperienza che consigliamo di fare a chi vuol conoscere uno sport fuori dai soliti schemi degli sport di squadra.
Se poi si ha un’età compresa tra i 3 e i 10 anni e lo si vuole provare, tanto meglio. La società fornisce l’attrezzatura completa di pattini e stecca. Cosa si vuole di più?