Adagia di Erasmo da Rotterdam

a cura di GIANCARLO ROSSI

Giancarlo Rossi

Vale a dire, tradotto liberamente Bisogna stare attenti a chi ti ha già fregato una volta


Erasmo lo ricava da un passo del nono libro dell’Iliade, che riporta in originale e traduce ad verbum, conservando la metrica. Ettore Romagnoli traduce secco così:

Mi ha già imbrogliato e offeso una volta. Mai più in futuro m’ingannerà con le sue parole.
Adesso Basta! Che vada alla malora.


Vincenzo Monti assai aulicamente e ampliando

Che gli basti l’aver tanto potuto / Sola una volta, e che mal fonda in vane / Ciance la speme d’un secondo inganno. / Digli che senza più turbarmi corra / Alla ruina…

È Achille che parla, ancora in preda all’ira funesta verso Agamennone, replicando all’ambasceria di Ulisse, che lo pregava di tornare a combattere a fianco degli altri greci.


Non vorrei sembrare maramaldo, ma mi è davvero spontaneo collegare quest’adagio a recentissimi fatti politici. Senz’entrar troppo in merito, vediamo i dirigenti d’un partito pronti a riabbracciare un transfuga, che torna spavaldo, dettando le sue condizioni, mentre gran parte degli iscritti a quel partito ricorda d’essere già stata ingannata una volta. Del resto al personaggio in questione alcuni collegavano la famosa favola di Esopo sullo scorpione e la rana. Uno scorpione implora una rana di traghettarlo sul dorso dall’altra parte d’un fiume; la rana acconsente, lo scorpione la punge a metà del tragitto. La rana morendo protesta: Perché mi fai questo? Pure tu morirai! Risponde lo scorpione: Che ci vuoi fare? È la mia natura!