La responsabilità di Milano
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La responsabilità di Milano

MICHELE RICCARDI Docente Università Cattolica del Sacro Cuore

Se parliamo di riciclaggio e di criminalità organizzata in Lombardia, osserviamo due situazioni, che possiamo sinteticamente (e grossolanamente) etichettare come “i rischi della città” e “i rischi della campagna”. I primi riguardano Milano, l’area metropolitana di Milano e la città di Brescia. I secondi riguardano tutte le altre province lombarde. Le cause e le implicazioni dal punto di vista economico, sociale e culturale sono molto diverse ma ugualmente distruttive.

Milano (e il suo hinterland), e in misura minore Brescia e il Garda, sono diventati un hub fondamentale per il riciclaggio di denaro, proveniente innanzitutto dalle organizzazioni criminali (non solo mafiose) nostrane, ma anche polo di attrazione di investimenti dall’estero dall’origine non sempre trasparente. Il ruolo di Milano come piazza finanziaria, e ancora di più il suo mercato immobiliare (di fatto uno dei pochi a crescere in Italia), sono una fonte di attrazione privilegiata per proventi di origine illecita. Qui osserviamo gli schemi più complessi di riciclaggio ed infiltrazione, e l’attività di attori molto esposti verso l’estero, compresi paesi off-shore o paesi membri UE ma con scarsa trasparenza societaria (Malta, Cipro, Lussemburgo, Paesi Bassi).

Un “ponte” verso il sistema finanziario internazionale

Parliamo soprattutto di società immobiliari, fondi di investimento (immobiliari, in primis), società di cartolarizzazione e dedicate alla gestione di crediti provenienti da pubbliche amministrazioni o appalti da alcune regioni del sud Italia, ma “ponte” verso il sistema finanziario internazionale. Questi investimenti hanno innanzitutto un impatto dirompente sul mercato immobiliare, e contribuiscono (non da soli, ovviamente) all’accelerazione insostenibile dei prezzi, con le conseguenze che vediamo a livello sociale e urbanistico: quelle dirette (svuotamento di intere aree residenziali e popolari, chiusura dei negozi per affitti insostenibili, etc); e indirette (es. calo drastico degli iscritti nelle università milanesi, distruzione del tessuto imprenditoriale e commerciale locale).

Le infiltrazioni della criminalità organizzata “tradizionale”

La situazione della “campagna”, ovvero di tutte le altre province lombarde, vede invece un progressivo sfaldamento del capitale economico, sociale e culturale locale. Il che genera un ambiente ideale per l’infiltrazione della criminalità organizzata “tradizionale” tramite ad esempio l’ingresso in appalti pubblici, l’acquisizione di imprese in difficoltà, la nascita di progetti immobiliari concordati a tavolino non basati su una reale domanda di housing. E un allargamento dei servizi della criminalità organizzata (es. fatturazioni false, smaltimento illecito di rifiuti, fornitura di manodopera irregolare o a basso costo) alle imprese legali, con una conseguente espansione dell’economia irregolare e della “zona grigia”.

Tutto ciò avviene senza che la società civile, la politica e la macchina amministrativa locale se ne accorga (nella migliore delle ipotesi). Nella peggiore, con la politica e l’apparato amministrativo coinvolti. L’impatto di questa infiltrazione è l’ulteriore disintegrazione del tessuto socio-economico locale, già deteriorato di suo. Non nascono nuove attività economiche se non nella grande distribuzione, nella ristorazione (soprattutto sottoforma di catene e di franchising), nei trasporti e nelle costruzioni – a loro volta settori più vulnerabili nei confronti delle infiltrazione e del riciclaggio.

Gli interventi necessari per Milano e le province

Un buon governo regionale dovrebbe intervenire su entrambe le situazioni, e non solo su Milano. Come? Su Milano servirebbe un’approfondita analisi degli attori che investono, dell’origine dei loro fondi e della loro proprietà. Servirebbero degli interventi volti a calmierare gli effetti distorsivi della “bolla” anche generata dagli investimenti dall’estero di origine ignota. Sulle province servirebbe potenziare le competenze e la consapevolezza delle amministrazioni locali, i loro strumenti, le risorse umane a loro disposizione per il controllo e il monitoraggio dei rischi. Tutto questo chiama per degli interventi volti ad evitare la polarizzazione Milano verso il resto della Lombardia, e la ricostruzione del tessuto culturale e sociale locale (se quello economico non è possibile) – soprattutto al di fuori di Milano. Per questo, è necessario potenziare la rete di servizi del territorio, e fomentare una Lombardia “diffusa” e non solo al centro.


Intervento a sostegno del candidato David Gentili alle regionali del 12-13 febbraio 2023.