Mozione Pd in aula sulla cittadinanza
Ouidad Bakkali, deputata del Partito Democratico, si è alzata in piedi in aula e ha fatto uno di quei rari discorsi che fanno capire il valore altissimo della politica e la dignità di chi la fa per cambiare il mondo in cui vive.
“‘Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi’.
Io questo giuramento lo feci a 23 anni, divenni cittadina nel 2009. Ero arrivata in Italia a due anni, ventuno anni dopo.”
“Le mie note biografiche rappresentano la storia di migliaia di bambini in Italia e sulla cittadinanza i bambini non sono tutti uguali. Voi pensate solo a mandare in galera le persone che non vi piacciono. Noi, invece, costruiamo politiche affinché i bambini siano tutti uguali. La vostra ipocrisia e ideologia si scontra con la mia faccia che rappresenta la narrazione che svaluta continuamente i nuovi italiani che nascono e crescono in Italia, un Paese che non si accorge di loro che viaggiano in ultima classe per quanto riguarda diritti sociali, civili e politici”.
La cittadinanza, il premio a cui pensa il governo è fallimentare e discriminante
Yassin, è arrivato qua piccolissimo, ha perso la finestra della richiesta di cittadinanza perché a causa dei ritardi deve ricominciare da capo.
Insef, è arrivata a quattro anni e non potrà partecipare a un tirocinio in un’istituzione europea perché non è cittadina Ue.
Kadija, è campionessa italiana di boxe. Non potrà partecipare ai campionati europei perché non è cittadina italiana.
“La mozione del Pd pensa all’Italia di oggi. Vuole preservare il futuro dove tutti i giovani partecipano insieme senza cittadini di serie A e B. Quelle persone che, a differenza di quanto affermate, ottengono la cittadinanza dopo 15 anni, non dopo 10. Bisogna parlare con rispetto della popolazione straniera che vive in questo Paese. Rappresentano l’8% del Pil e non sono solo braccia o schiavi, ma sono portatori di diritti in quanto persone“.