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LEGALITÀ

Operazioni a rischio riciclaggio 

DAVID GENTILI • componente comITATO antimafia DEL comune di milano

Da marzo 2014 sono 387 le operazioni a rischio riciclaggio che la Unità di Informazione Finanziara (UIF) ha ricevuto dal capoluogo lombardo. L’aggiornamento è stato fornito durante la seduta della Commissione Antimafia del Consiglio Comunale a febbraio.

Sono 237 le persone segnalate e 278 le aziende. Le informazioni raccolte coinvolgono soprattutto intermediari immobiliari ma in numero maggiore bar, pizzerie e ristoranti. La movimentazione totale di capitale è pari a non meno di 1 miliardo e 941 milioni.

In Lombardia vi è il maggior numero di pubbliche amministrazioni (PA) iscritte al portale Infostat UIF per poter inviare le comunicazioni. Sono 30, fanno seguito Lazio ed Emilia Romagna. Ci sono alcune regioni in cui nessuna pubblica amministrazione risulta iscritta al portale Infostat UIF. Una di queste è il Molise.

Enti territoriali e amministrazioni centrali

Solo il 17,5% delle segnalazioni proviene dagli enti territoriali. Il 75,4% proviene dalle amministrazioni centrali dello Stato. Eppure per PA si intendono comuni, province, regioni. Ma anche le società partecipate dalle amministrazioni pubbliche e le loro controllate (ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile), gli istituti e scuole di ogni ordine e grado, le università, e soprattutto le aziende e gli enti del servizio sanitario nazionale, gli Istituti autonomi case popolari, le camere di commercio e l’Agenzia delle entrate.

È un obbligo, checché se ne dica. È un obbligo inviare comunicazioni e dati alla Uif per le PA. La platea è molto vasta e le potenzialità sono eccezionali. Nel 2023 le segnalazioni dalla PA sono raddoppiate rispetto al 2022. Sono passate da 179 a 414 ma rimangono pochissime. 

Basti pensare che durante tutto l’anno sono giunte 150 mila segnalazioni. Banche e poste hanno fatto la parte del leone con 83 mila segnalazioni. 12 mila sono le segnalazioni giunte dagli operatori del gioco d’azzardo e 7 mila 700 dai notai. 

Gli obblighi della normativa antiriciclaggio

Il comma 6 dell’articolo 10 della normativa antiriciclaggio parla chiaro. L’inosservanza degli obblighi previsti dall’art. 10 del decreto legislativo 231/2007, assume rilievo ai fini della responsabilità dirigenziale di cui all’art. 21, comma 1-bis, del d.lgs. n. 165/200111.

L’obbligo diventa tale quando la sanzione esiste. Il dirigente responsabile dell’inosservanza delle disposizioni di cui all’articolo 10 potrà subire una decurtazione fino all’ottanta per cento della retribuzione di risultato “in relazione alla gravità della violazione”.

L’obbligo è relativo alla programmazione di corsi di formazione, alla definizione di procedure interne, alla comunicazione di dati e informazioni concernenti le operazioni sospette di cui le PA vengano a conoscenza nell’esercizio della propria attività istituzionale. L’obbligo diventa tale anche quando la sanzione viene emessa. Ecco. Forse le sanzioni devono cominciare a essere applicate!