Per Majorino presidente
CITTÀ E CITTADINI

Per Majorino presidente, FARE E SAPER FARE

MARIO TOMASONI

Al Piccolo Teatro di Milano uno degli interventi a sostegno del candidato presidente Pierfrancesco Majorino in occasione della presentazione del programma elettorale per una nuova Lombardia.

Conosco Pierfrancesco da parecchio tempo, essenzialmente ci siamo incrociati in molte campagne elettorali negli ultimi 30 anni.
Inoltre, condividiamo la passione per le montagne trentine, io sono di quelle zone, lui va spesso in un piccolo paesino della val di Non, dove abbiamo amici comuni.
Oggi sono qui a sostenerlo, non solo perché sono di sinistra e quindi Pierfrancesco è il mio candidato naturale, ma anche perché, egoisticamente, penso agli interessi di chi fa un mestiere come il mio. Sono amministratore delegato di un gruppo multinazionale, sono uno dei tanti che in questa Regione cerca di contribuire a creare sviluppo economico e posti di lavoro.
Mi è stato chiesto per questo incontro, di declinare l’espressione FARE E SAPER FARE.

Proverò a farlo, proponendovi alcuni esempi.

Concretezza delle idee e visione strategica

Pensate alla reiterata proposta del ponte di Messina rispetto alla quinta linea metropolitana di Milano, oppure l’abbassamento dell’obbligatorietà dell’utilizzo del POS rispetto al reddito di cittadinanza, oppure l’assegnare alla Geo Barents come porto sicuro Ancona, che si trova a qualche centinaio di miglia dal luogo del salvataggio di 73 naufraghi, rispetto alla politica dell’accoglienza diffusa e dell’inclusione iniziata da Pierfrancesco, come assessore ai servizi sociali della Giunta Pisapia. Pensateci, da una parte troviamo slogan, parole per la pancia degli elettori, per i facili like, dall’altra soluzioni e scelte strategiche.
Questo secondo me significa SAPER FARE, risolvere i problemi e non solo cercare facile consenso. Con questo senso di concretezza e di visione strategica, mi sembra che sappiamo dare risposte migliori di quelle della destra.
Poi, se mi permettete una battuta, non sempre siamo più concreti dell’altra sponda politica, è vero che talvolta a sinistra riusciamo a farci del male da soli. Penso al dibattito di questi giorni nel PD sulle regole di voto alle primarie per l’elezione del segretario nazionale: certo discutere su come scegliere un leader politico è un bel segno di democrazia compiuta, ma intanto ci stiamo dimenticando di fare opposizione e l’attuale governo di destra spunti ce ne darebbe davvero molti (Letta dixit). Scusate per la divagazione.

Fare e saper fare

Torniamo al punto, ovvero fare e saper fare. La presenza in questa sala di amministratori pubblici come Giuliano Pisapia, Anna Scavuzzo, l’assessore del Comune di Lecco e soprattutto la buona amministrazione che c’è nelle città gestite dal Centrosinistra dimostrano che in Lombardia c’è una classe politica che sa come fare, sa come gestire bene la cosa pubblica. Da quasi 30 anni il Centrodestra governa la nostra Regione, dopo 18 anni di Formigoni, dal 1995, dopo 10 anni di Maroni e Fontana. È ora di cambiare e mettere al governo di questa Regione persone che sanno fare. 
Per prepararmi a questo incontro ho studiato i programmi elettorali di Maroni del 2013 e di Fontana del 2018.
Parlerò solo degli ambiti che conosco meglio, ovvero il mondo dell’economia.
In questi programmi si parla di:

  • Gestire i lavoratori delle aziende in crisi con percorsi di riqualificazione e ricollocazione;
  • Sostenere i settori in crescita e le eccellenze imprenditoriali regionali;
  • Valorizzare il capitale umano puntando innanzitutto sulla qualità e flessibilità del lavoro;
  • Migliorare la capacità di brevettazione delle imprese lombarde

L’elenco potrebbe continuare e devo dire che io, come tanti altri manager e imprenditori, di tutto questo non ho mai visto praticamente nulla.

Alcuni punti del programma per le imprese

Nel programma che Majorino presenta oggi invece ci sono diversi spunti innovativi, ne citerò solo alcuni di maggior interesse per le imprese:

  • Prevedere investimenti pubblici e privati in processi di innovazione e di ricerca e sviluppo;
  • Favorire lo sviluppo di start up innovative di giovani imprenditori lombardi, offrendo affitti calmierati in aree di proprietà della Regione, dove si possano costruire distretti innovativi e aiutarle ulteriormente con un abbattimento totale dell’IRAP per i primi 3 anni di attività; 
  • Riorganizzare le sedi territoriali di Regione Lombardia con l’obiettivo di affiancare le imprese nella partecipazione a bandi europei e di semplificare gli adempimenti burocratici richiesti alle imprese e di facilitarne l’accesso alle richieste di finanziamento;
  • Aiutare le imprese lombarde all’internazionalizzazione delle loro attività, attraverso l’organizzazione di missioni internazionali, come fanno altre regioni europee, soprattutto tedesche.

Fare impresa a sinistra è possibile

Vorrei concludere con un argomento più politico. Il mondo delle imprese non deve essere necessariamente appannaggio delle destre, fare impresa con attenzione al sociale è possibile. Avvicinando, tra gli altri, anche i ceti produttivi, si può pensare di vincerle queste elezioni. E dobbiamo farlo, secondo me, anche con una solida capacità di innovare la comunicazione politica. Il grande tema di oggi è l’inflazione e l’impoverimento progressivo dei percettori di redditi da lavoro dipendente, che nel nostro paese non crescono come reale potere d’acquisto. 
Ho la fortuna di gestire un’azienda che va bene. Nella nostra impresa abbiamo deciso di non aspettare i rinnovi contrattuali, che tra l’altro, colpevolmente ritardano, ma di aumentare di nostra iniziativa le retribuzioni di tutti i dipendenti del 5%. Riteniamo che sia compito di chi fa impresa occuparsi della collettività di donne e di uomini che sono i primi responsabili del successo dell’impresa stessa. E, credetemi, non siamo stati gli unici. C’è più consapevolezza di quanto si creda anche nel mondo delle imprese sulla tematica del reddito dei lavoratori. 

Realizzare il sogno per la Lombardia, Majorino presidente

Quindi davvero anche a sinistra dobbiamo avere il coraggio di rivendicare battaglie come quella dei salari, soprattutto in un periodo come questo, in cui in molte famiglie si deve decidere ogni sera se riscaldare la casa o andare a fare la spesa.
È per questo che credo che se vogliamo provare a vincere questa battaglia elettorale, dobbiamo dimostrare anche ai ceti produttivi che operano nei piccoli centri, nelle valli della nostra Regione, che questa coalizione di centrosinistra sa cosa fare e come fare per contribuire al miglior funzionamento dell’economia lombarda.
Un forte in bocca al lupo a Pierfrancesco e alle donne e agli uomini che proveranno con lui a realizzare il sogno di liberarci di una classe politica che negli ultimi 30 anni non s’è dimostrata all’altezza di gestire la nostra Regione, il motore economico del nostro paese. È tempo di dare spazio a chi sa cosa fare.