Salute mentale e giovani
GIOVANI INTORNO A NOI

Salute mentale e giovani: una nuova emergenza

Salute mentale e giovani: una nuova emergenza. Alterazione dello stato emotivo, ansia, depressione, attacchi di panico, stress, sono solo alcune delle reazioni causate dall’emergenza Covid-19. Apparentemente la pandemia sembra aver colpito tutta la popolazione allo stesso modo. È davvero così? I dati mostrano come ci siano delle categorie che, in realtà, sono state colpite più di altre e, in particolar modo, tra queste risultano i giovani.

La Proceedings of the National Academy of Sciences ha analizzato come il tasso di depressione clinica tra i giovani sia aumentato notevolmente. Siamo passati dal 30% prima della pandemia al 62% ad aprile 2020. Con il prolungarsi dell’emergenza, l’aumento di questi numeri preoccupa sempre di più. Le cause di questo malessere sono molteplici, a partire dalla confusione e dall’isolamento emotivo, fino allo sviluppo di abitudini tutt’altro che sane.

Le conseguenze sulla salute mentale dei ragazzi

Da quando è iniziata la pandemia, i giovani sono stati costretti a diminuire, se non ad interrompere, l’attività fisica, fondamentale per il benessere fisiologico e psicologico. È aumentato invece considerevolmente lo screen time, da due a cinque ore al giorno. Resta escluso da questo calcolo il tempo della didattica a distanza.

Una situazione costante di irritabilità, insonnia, paura, rabbia, frustrazione e noia incombe sulle spalle dei giovani. Sono in balia di pensieri negativi, della difficoltà nella concentrazione e della solitudine causata dal non poter vedere i propri cari. La situazione è aggravata dalla perdita di speranza nel futuro.

La solitudine dei giovani negli anni della pandemia

L’assenza di un vero impegno scolastico, con la conseguente piattezza dello studio isolato nella propria casa, ha negato agli studenti aspetti fondamentali come il confronto sociale, la crescita collettiva e lo svago, che da sempre caratterizzano la scuola in presenza. Questo vuoto ha portato all’aggravarsi di situazioni instabili. Se già prima molti giovani trovavano sfogo nell’uso di alcolici e stupefacenti, adesso, ancora di più, l’unica evasione dall’isolamento emotivo sembra essere questa.

I ragazzi si sono ritrovati a dover affrontare i propri problemi in completa solitudine. È scomparso ogni tipo di distrazione o supporto, sia dei coetanei che degli adulti, spesso non in grado di capire questa sofferenza. Non è più legittimo nemmeno lamentarsi. Lo stato mentale che ne deriva è un costante senso di colpa e di frustrazione, enfatizzato dalla narrazione mediatica che continua ad additare i giovani come unici untori.

Il lavoro per arginare i problemi di salute mentale

La disoccupazione, che con la pandemia ha portato i giovani ad essere i primi licenziati, ha inevitabilmente acuito la mancanza di speranza verso il futuro. Questo è diventato uno dei sintomi della depressione. In Italia il 20,7% dei giovani tra i 15 e i 24 anni, il doppio della media europea, non studia e non lavora in attesa di tempi migliori, che nessuno può assicurare.

È necessaria un’azione coordinata nazionale ed europea per creare nuovi posti di lavoro, per garantire vitalità a una generazione che sembra sull’orlo di perdere ogni speranza. Se, come ha detto Ursula von der Leyen, si vuole seguire una rotta verso un’Europa verde, digitale e con una sanità comunitaria, non si può dimenticare la salute mentale dei giovani. Bisogna correre ai ripari investendo su di loro, a partire dai soldi del piano Next Generation EU.

Come entra in gioco l’Europa

L’Europa ha la responsabilità di fornire agli Stati delle norme che obblighino le politiche locali a gestire questo fondo in modo da creare soluzioni dedicate alla nuova generazione. Per la sicurezza della popolazione nel breve periodo, i governi sono stati costretti a rigidi provvedimenti di lockdown.

L’Europa adesso non può dimenticare che la chiave per avere, nel lungo periodo, una società sana, egualitaria, solidale e coesa, è investire su chi è stato segnato più di tutti. È necessario rivolgersi ai giovani, ovvero al futuro.

Articolo a cura di un gruppo di studenti della 5 E del LICEO CARDUCCI di Milano
premiato dall’università Bocconi nel 2021