Salviamo SPUGNA e PNRR
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Piogge: salviamo SPUGNA e PNRR!

SIMONE NEGRI • Consigliere Regione Lombardia

La fattibilità del progetto SPUGNA, un sistema integrato di drenaggio sostenibile delle acque piovane è ancora in dubbio a seguito della revisione ancora in corso del governo Meloni sul PNRR.

Per quanto prevedibile, le immagini di fiumi di acqua in strada, a Milano, colpiscono sempre. La città dell’innovazione, che sembra aver soggiogato la natura con il suo lavoro, il progresso e la ricchezza, di colpo si trova con l’acqua alle ginocchia. E se non ce la fa proprio Milano, viene quasi l’idea dell’impotenza nel fronteggiare i cambiamenti climatici che stiamo attraversando.
Complessivamente piove meno, ma quando piove le precipitazioni sono più intense.

Da sempre, appena si forma anche solo una pozzanghera, la colpa di tutti va alla scarsa pulizia/manutenzione delle caditoie e dei tombini. Non è così. O se volete, la scarsa cura non basta per spiegare cosa succede… È probabile che il nostro sistema fognario, risalente in gran parte a decenni fa, non sia più in grado di gestire questa mole di acqua tutta insieme. Non lo è perché è stato pensato con i parametri dei tempi e perché nel frattempo l’urbanizzazione è avanzata. I nostri centri abitati sono sempre più costruiti, affollati, impermeabili.

È il processo di densificazione urbana. E dobbiamo rifletterci.

Il contesto urbano e culturale nel quale intervenire

Nei giorni scorsi proprio questo tema era al centro dell’analisi sul consumo di suolo di ISPRA. Si segnalava che le nostre città stanno perdendo superfici drenanti molto preziose proprio nel fronteggiare i sempre più violenti nubifragi ed eventi metereologici estremi.
In queste ore si fa un gran parlare delle vasche di laminazione, soprattutto in relazione alla situazione del fiume Seveso. Utili, senza dubbio. Ma non possiamo pensare né che bastino né che culturalmente sia questo il principale strumento per contrastare le bombe d’acqua all’interno dei centri urbani.
Attraverso le possibilità del PNRR, si è cercato di far “permeare” una nuova cultura. Città Metropolitana di Milano e Cap Holding hanno collaborato per la redazione di SPUGNA, un progetto che prevede 90 interventi in 32 comuni del territorio. Sfruttando soluzioni basate su sistemi naturali, intende assorbire e immagazzinare l’acqua localmente, anziché incanalarla nella fognatura. Dovesse prendere piede, via via sempre più superfici di strade, parcheggi, aree verdi recupererebbero capacità drenante. Verrebbero scollegate dalla rete, sfruttando i primi strati del sottosuolo per disperdere l’acqua.

Le diverse possibilità di intervento

Le modalità possono essere diverse: dalla deimpermeabilizzazione di superfici alle pavimentazioni drenanti, zone umide, trincee infiltranti e drenanti, box alberati, canali di drenaggio vegetati, ritenzione sotto superficie stradale, etc.
Gli oltre 50 milioni di euro che finanziano SPUGNA afferiscono ai Piani Urbani Integrati del PNRR, una delle misure che – incredibilmente – sarebbe dovuta cadere sotto la scure della revisione voluta dal governo nel corso del mese di agosto.

Questo progetto non sarà risolutivo rispetto al grande tema dei fenomeni metereologici estremi ma sicuramente rappresenta un passaggio rilevante, sia per il suo contributo “idraulico” sia per l’evoluzione e l’utilizzo di queste nuove strategie nel territorio. Significa creare sensibilità, cultura e una filiera che va dalla progettazione all’esecuzione dei lavori da parte di tecnici specializzati.

Nonostante paia che l’Europa abbia espresso un parere negativo e benché i cantieri relativi stiano ormai per partire – affidamenti effettuati – non è ancora stata scongiurata l’ipotesi folle che Spugna possa essere defalcata dagli interventi previsti dal PNRR.
Oggi più che mai dobbiamo far sentire la nostra voce per convincere il ministro Fitto e tutto il governo. Questo è un progetto essenziale per la Lombardia e per Milano.


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